Published on Aprile 2, 2021

Sicurezza Stradale, prossime tappe verso l’obiettivo “Vision Zero”

In tutto il mondo, il numero di vittime di incidenti stradali continua a crescere ma, rispetto al contesto globale, in Europa la situazione è relativamente positiva. Tra il 2001 e il 2010 il numero delle vittime della strada nell’UE è diminuito del 43%, quindi di un ulteriore 21% tra il 2010 e il 2018. Il 2019 ha fatto registrare il 2% in meno rispetto al 2018 e circa il 23% in meno dal 2010. La media è di 51 morti su strada per 1 milione di abitanti. Le strade più sicure sono in Svezia e Irlanda, mentre in Romania, Bulgaria e Polonia sono stati registrati i più alti tassi di mortalità nel 2019. L’Italia si avvicina alla media europea con 55 morti per milione di abitanti, l’1% in meno rispetto al 2018 e -20% rispetto al 2010. Dal punto di vista umano e sociale, si tratta di un prezzo inaccettabile da pagare per la mobilità. Un recente studio ha stimato che, se si considera solo l’aspetto economico, gli incidenti stradali nell’UE hanno un costo annuale di circa 280 miliardi di €, equivalente al 2% circa del PIL.

Nonostante il trend incoraggiante, l’obiettivo dell’Ue di dimezzare il numero di vittime della strada nel decennio 2010 / 2020 non sarà raggiunto: è probabile che nel 2020 ci saranno molti meno incidenti stradali a seguito del lockdown, ma ciò non sarà sufficiente. A tal fine l’Unione europea ha riaffermato il suo ambizioso obiettivo a lungo termine di avvicinarsi all’azzeramento del numero di vittime entro il 2050 (“Vision Zero”). Sono stati inoltre proposti nuovi obiettivi intermedi relativi alla riduzione del 50% del numero di vittime sulle strade tra il 2020 e il 2030 e alla riduzione del 50% del numero di feriti gravi nello stesso periodo attraverso un approccio “Safe System” che rielabora la politica della sicurezza stradale concentrandosi sulla prevenzione dei decessi e delle lesioni gravi in diverse aree d’intervento.

Negli ultimi decenni l’Ue ha avuto poi un grande influsso sul miglioramento della sicurezza dei veicoli; le innovazioni nella tecnologia automobilistica possono contribuire sia ad attenuare la gravità degli incidenti sia a ridurre la probabilità che si verifichino. A tal fine, la Commissione sta monitorando attentamente gli effetti dell’introduzione dell’Call, il sistema di chiamata automatica di emergenza in caso di incidente e valuterà il possibile ampliamento della sua applicazione ad altre categorie di veicoli (veicoli pesanti, autobus e pullman, motocicli e trattori agricoli).

Il progetto di un dispositivo applicabile alle auto, infatti, non è proprio una novità anche perché si ricollega al diffuso servizio degli antifurti satellitari, già sviluppato da Viasat a partire dalla seconda metà degli anni ʻ80. Dispositivi telematici, via via sempre più performanti, con allarme automatico in caso di crash e chiamata di assistenza in viva voce della Centrale Operativa (H24). Fino ad arrivare alle famose Scatole Nere Viasat, capaci di fornire addirittura informazioni preventive agli automobilisti sulla rischiosità potenziale delle diverse direttrici stradali, in funzione di una serie di fattori monitorati come traffico, limiti di velocità, condizioni ambientali e metereologiche, strade pericolose (Red Point) e tratte ad alto rischio incidenti (BlackPoint ANIA/Viasat).

Insomma, se la sicurezza delle auto di nuovo omologazione sarà di serie, per tutte le altre ci penserà ancora Viasat.

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