Published on Ottobre 24, 2023

Decarbonizzazione, l’Italia è in ritardo

Le emissioni di CO2 in Italia nel corso del 2022 sono calate di un solo punto percentuale se confrontate con il 2019, ossia escludendo la parentesi pandemica, portando le riduzioni totali ad appena il 30% dal 2005. Di questo passo, è evidente che la strada per raggiungere l’obiettivo del 55% di emissioni in meno entro il 2030 è sempre più impervia e richiede di procedere con una diminuzione di quasi il 4% l’anno, cioè ben 8 volte ciò che è stato fatto nell’ultimo trentennio. Sono alcuni dati contenuti nello Zero Carbon Policy Agenda 2023, realizzato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano.

Serve un cambio di marcia

Gli investimenti e la diffusione delle tecnologie che abilitano gli otto pilastri (pillar) della decarbonizzazione – cioè le otto aree di intervento principali: energie rinnovabili, infrastrutture di rete, efficienza energetica, mobilità sostenibile, comunità energetiche, circular economy, cattura della CO2 e carbon in/offsetting – hanno tutti registrato una crescita, rispetto al 2021, tranne le immatricolazioni di veicoli elettrici, calate dell’8,9%. Complessivamente il mercato legato alla decarbonizzazione nel 2022 è aumentato del 12,6%, rispetto all’anno precedente, passando da 30,5 miliardi di euro a 34,4 miliardi. Nonostante le azioni dedicate alla transizione ecologica e alla mobilità sostenibile, le riforme e gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vengono valutati dagli operatori del settore come di medio impatto sulla decarbonizzazione e, soprattutto, di importo decisamente non sufficiente allo sviluppo dei pillar necessari.

Il mercato delle auto elettriche

In Europa il mercato delle auto “alla spina” anche nel 2023 sarà in netta crescita: per l’anno in corso le immatricolazioni saranno del +13%, rispetto a quello passato. A far la parte del leone è la Germania che fa registrare un +27%. Al secondo posto troviamo il Regno Unito Regno Unito (23%) e a seguire la Francia (22%). I Paesi dove le auto elettriche sono più diffuse rimangono quelli del nord Europa, ovvero Norvegia (89%), Svezia (56%) e Danimarca (39%).

In Italia, nonostante le 2.280 nuove immatricolazioni registrate fino ad agosto (+77,18% rispetto allo stesso mese dello scorso anno), la media rimane sotto quella europea. Uno dei motivi per cui la auto elettriche non suscitano ancora del tutto le simpatie degli automobilisti italiani, secondo il report, è la mancanza di una rete capillare di colonnine di ricarica. Anche l’elevato costo di acquisto gioca un ruolo importante, riducendo di fatto il target di acquirenti a fasce di popolazione circoscritte, in grado di acquistare una vettura. Infine, la limitata autonomia in termini di chilometri, che non consente di liberarsi totalmente delle ansie sulle percorrenze. Fino a quando tutti questi limiti persisteranno, questo segmento di mercato è destinato a restare poco più di una nicchia dell’Automotive nazionale, non contribuendo così a svecchiare un parco auto tra i più obsoleti d’Europa, oltre che impattante sull’ambiente in termini di emissioni allo scarico.

A tal proposito Viasat (oggi parte di Targa Telematics) è ben consapevole di come fornire soluzioni all’avanguardia per agevolare gli automobilisti nell’aggiornare i propri veicoli con tecnologie moderne e servizi innovativi. Questo approccio favorisce l’adozione di uno stile di guida più adeguato, contribuendo in modo significativo a ridurre le emissioni di CO2 e, di conseguenza, a promuovere la sostenibilità. Inoltre, tramite le Centrali Operative 24/7, si assicura il massimo livello di sicurezza, protezione e assistenza in situazioni di emergenza, come incidenti, guasti o pericoli.

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